Bacino Idrografico
del Fiume Ombrone |
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MONTE AMIATA
La fauna del Monte Amiata comprende un buon numero di specie di origine centroeuropea e alpina giunte a sud durante le fasi fredde del quaternario, che la rende simile a quella propria delle quote più elevate dell’Appennino. Esempi evidenti si trovano soprattutto negli
Invertebrati, in particolare nei Molluschi Gasteropodi e negli Insetti. I primi annoverano ben sei specie settentrionali “montane”, non molto comuni in Toscana e decisamente rare nel senese:
Arion intermedius,
Vitrinobrachium breve,
Semilimacella
bonelli, Clausilia rugosa,
Macrogastra attenuata e
Balea
perversa.
I corsi d’acqua che scendono dalle pendici del
Monte Amiata e segnatamente il Torrente Vivo e il
Fiume Fiora, rappresentano le uniche località della Toscana meridionale nelle quali era originariamente presente la trota fario
(Salmo trutta), come ricorda il naturalista senese
Apelle Dei nella sua “Ittiologia, pesca e pescicoltura nella provincia di Siena”
(1871-73). Oggi la trota fario è comune e diffusa nel tratto superiore dei corsi d’acqua di tutta la penisola, Sicilia e Sardegna incluse, introdotta per fini di pesca sportiva a partire dagli inizi del XX secolo. Abita preferibilmente i tratti superiori e quelli medi dei corsi d’acqua con acque turbolente e ben ossigenate.
Rettile di un certo interesse è il cervone (Elaphe quatuorlineata), serpente localizzato e non comune in Toscana a nord del Fiume Arno. Non rari risultano la vipera comune (Vipera aspis), vivente tanto in ambienti accidentati che in zone boscate e a macchia e il saettone (Elaphe longissima), specie dalle abitudini arboricole. Gli Uccelli, dopo gli Invertebrati, sono il gruppo meglio rappresentato e quello che comprende il maggior numero di specie in comune con quelle viventi sui rilievi delle
Alpi e dell’Appennino. I vecchi castagneti e i boschi di faggio maturi offrono possibilità di nidificazione a rapaci quali il falco pecchiaiolo
(Pernis apivorus), non comune in Toscana, lo sparviere (Accipiter
nisus), uno dei rapaci più frequenti, l’astore (Accipiter
gentilis) e l’allocco (Strix aluco). L’astore è una specie vincolata ai boschi di conifere e alle faggete montane. In Toscana è raro e localizzato sugli Appennini, mentre altrove è conosciuto solo nella zona
Monte Amiata-Monte Civitella; qui, tuttavia, sembra essere presente con un numero estremamente ridotto di coppie e per questo risulta ad alto rischio. I vecchi castagneti e le faggete mature rappresentano l’habitat ideale del
picchio rosso minore
(Picoides minor), del colombaccio (Columba palumbus), dello storno
(Sturnus vulgaris), del rampichino (Certhia brachydactyla), del pettirosso
(Erithacus rubecula) Altrettanto interessante è la fauna a
Mammiferi: tra tutti si evidenziano il moscardino
(Muscardinus avellanarius), il quercino (Eliomys quercinus), il lupo
(Canis lupus), la puzzola (Mustela putorius) e la martora (Martes
martes), tutte specie considerate minacciate a livello italiano ed europeo. Tuttavia, mentre il moscardino e il quercino sono ancora abbastanza frequenti, la puzzola, la martora e il lupo sono decisamente più rari. Il lupo, in particolare, è una specie rara in tutta la nostra penisola, diffusa con piccole popolazioni localizzate e spesso tra loro isolate, sebbene negli ultimi anni sembri in aumento. Pur essendo inserito in tutte le normative aventi per oggetto la tutela della fauna, è ancora oggi perseguitato dall’uomo. In provincia di Siena esistono segnalazioni attendibili della sua presenza, oltre che per la zona dell’Amiata, per l’area delle
Crete Senesi e delle Colline Metallifere. |
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