Bacino Idrografico
del Fiume Ombrone

Fauna

 

CRETE SENESI E VAL D’ORCIA

     Le Crete Senesi e le Crete della Val d’Orcia ospitano una fauna assai peculiare e di grandissimo interesse scientifico e conservazionistico.

   Le rive del Fiume Orcia e del Torrente Formone, dove si accumulano banchi di argilla e di sabbia, ospitano Cicindela hybrida, un coleottero poco comune in Toscana, minacciato dalla distruzione degli ambienti golenali dovuta al prelievo di ghiaia e di sabbia e dalla costruzione di sbarramenti lungo il corso dei fiumi. È un attivo predatore e caccia correndo a scatti, arrestandosi di tanto in tanto; cattura insetti e altri piccoli artropodi e talvolta perfino esemplari della propria specie. Gli incolti marginali alle coltivazioni, anche di modesta estensione, danno riparo a una ricca fauna a Invertebrati; i più facilmente visibili sono alcuni molluschi gasteropodi come Monacha cartusiana e Cernuella virgata, che si aggregano in gruppi numerosi in prossimità dell’apice di pali, rami e steli. Tale fenomeno è stato interpretato come un tentativo di allontanamento dal suolo troppo caldo, alla ricerca di strati d’aria più freschi e ventilati. In primavera numerosi insetti frequentano gli incolti. Molto comuni sono i coleotteri e, soprattutto, i lepidotteri come Polyommatus icarus e Melanargia galathea, quest’ultima immediatamente riconoscibile per la colorazione bianco-giallastra e nera delle ali.

     Gli Anfibi tritone crestato italiano (Triturus carnifex), tritone punteggiato (Triturus vulgaris), rospo comune (Bufo bufo), rana dalmatina (Rana dalmatina) e raganella italiana (Hyla intermedia) utilizzano come siti di riproduzione gli stagni impiegati per usi agricoli e le pozze che stagionalmente si formano lungo le rive dei corsi d’acqua. Queste piccole raccolte d’acqua diventano ogni giorno più rare, distrutte per recuperare terreni da sottoporre a coltura o prosciugate in seguito a naturali processi di interramento, per cui la sopravvivenza di tali anfibi è seriamente messa in pericolo.

Podarcis sicula     La lucertola campestre (Podarcis sicula), la luscengola (Chalcides chalcides) e il biacco (Hierophis viridiflavus) sono i più comuni rettili delle Crete Senesi e delle Crete della Val d’Orcia; un certo interesse riveste la presenza del colubro di Riccioli (Coronella girondica), serpente localizzato e poco comune in Toscana, che negli ultimi anni è divenuto raro in Europa in seguito alle modificazioni dell’habitat provocate dalle attività umane. Nell’aspetto ricorda una vipera e per questo viene spesso ucciso, perché ritenuto pericoloso; in realtà, è una specie mite e innocua, essendo del tutto priva di veleno.

     L’elevato valore faunistico delle Crete Senesi e delle Crete della Val d’Orcia, tuttavia, più che dalle specie di Invertebrati e di Vertebrati sopra ricordate, scaturisce dalla presenza di uccelli tra i più minacciati a livello continentale. L’importanza ornitologica a scala internazionale di questo territorio è stata sancita dalla sua inclusione tra le "Important Birds Areas" italiane, vale a dire tra le zone di importanza fondamentale per la sopravvivenza di specie di uccelli a rischio. Tra esse si ricordano: l’albanella minore (Circus pygargus), un rapace divenuto raro o scomparso come nidificante in molte località europee in seguito alla distruzione dell'habitat; il lanario (Falco biarmicus), uno dei più rari rapaci italiani ed europei, presente nelle Crete Senesi e nella Val d’Orcia con uno dei più numerosi nuclei riproduttivi dell’Italia centro-settentrionale; l’occhione (Burhinus oedicnemus), specie dalle abitudini crepuscolari e notturne, che frequenta ambienti aperti asciutti e incolti con rada e bassa vegetazione per il quale le Crete costituiscono una delle ultime "roccaforti" in Toscana e in Italia centrale; il calandro (Anthus campestris), la cui attuale distribuzione in Europa e in Italia appare fortemente discontinua e frammentata a causa delle modificazioni ambientali indotte dall’uomo; l’averla cenerina (Lanius minor), l’averla capirossa (Lanius senator) e l’averla piccola (Lanius collurio), passeriformi predatori che si cibano di grossi insetti, di piccoli uccelli e di piccoli mammiferi, oggi sempre più rari a causa del crescente sviluppo della meccanizzazione in agricoltura, della cessazione del pascolo del bestiame e della scomparsa delle siepi e delle alberature marginali ai coltivi; l’ortolano (Emberiza hortulana), anch’esso divenuto molto raro e pressoché limitato alla bassa Val d’Orcia, ma che fino agli anni ’70-’80 del secolo scorso era abbastanza frequente nel senese.

   Le Crete Senesi e le Crete della Val d’Orcia, tuttavia, rappresentano un’area importante non solo per uccelli nidificanti minacciati a scala continentale, ma anche per quelli svernanti e per i migratori. Infatti, durante le migrazioni e in inverno, è possibile osservare numerose altre specie, alcune delle quali non comuni: nei campi svernano stormi misti di fringillidi e il gufo comune (Asio otus), probabilmente anche nidificante; nei prati resi umidi o allagati dalle piogge si possono osservare gruppi numerosi di pavoncelle (Vanellus vanellus), talora esemplari di beccaccino (Gallinago gallinago) e rari rapaci quali il falco di palude (Circus aeruginosus) e l’albanella reale (Circus cyaneus). In aprile e maggio non sono infrequenti migratori come il poco comune falco cuculo (Falco vespertinus).

     Per quanto riguarda i Mammiferi, non sono presenti specie di particolare interesse scientifico o conservazionistico. Le aree coltivate e incolte sono frequentate dall’arvicola di Savi (Savii), roditore associato alle estese monocolture e dagli ubiquisti topo selvatico (Apodemus sylvaticus) e topolino delle case (Mus domesticus), frequente soprattutto in prossimità degli edifici umani. Tra gli insettivori si segnala il riccio (Erinaceus europaeus), mentre tra i carnivori comune è la volpe (Vulpes vulpes). Anche nelle Crete, come nel resto della provincia senese, risultano in notevole aumento il capriolo (Capreolus capreolus) e il Cinghiale (Sus scrofa); quest’ultimo, in particolare, divenuto ormai abbondante, rappresenta un serio problema per l’integrità della vegetazione e per la fauna di alcune zone come, ad esempio, la Riserva Naturale Lucciolabella.

     Un cenno a parte, infine, meritano i numerosi laghetti agricoli creati per scopi irrigui. Questi, pur essendo ambienti artificiali, rappresentano siti importanti per la riproduzione e per la migrazione di molti Uccelli; in essi, infatti, si possono osservare specie caratteristiche di zone umide naturali quali il tuffetto (Tachybaptus ruficollis), il cormorano (Phalacrocorax carbo), la gallinella d’acqua (Gallinula chloropus), il cannareccione (Acrocephalus arundinaceus), il germano reale (Anas platyrhynchos), il moriglione (Aythya ferina), il piro piro piccolo (Actitis hypoleuchos) e il piovanello pancianera (Calidris alpina). Tutto questo accresce di molto la biodiversità delle Crete e, al tempo stesso, il loro interesse faunistico.


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