Bacino Idrografico
del Fiume Ombrone

Flora-Vegetazione

 

CRETE SENESI E VAL D’ORCIA


    Il territorio delle Crete Senesi (Monte Oliveto Maggiore e Asciano) e della Val d’Orcia (Riserva Naturale di Lucciola Bella) hanno una particolare importanza per gli elementi di paesaggio che lo compongono, risultato delle interazioni fra uomo e ambiente naturale. Le coltivazioni si alternano a zone “naturali”, dove sono presenti forme particolari di erosione dei versanti. Calanchi e biancane sono le forme più tipiche. I primi si presentano come bacini idrografici di dimensioni ridotte, generalmente a forma di ventaglio o di penna, suddivisi in diverse vallecole secondarie, separate le une dalle altre da creste. Le biancane invece sono forme che nella loro espressione tipica si presentano come cupolette alte fino a 10-15 m, con un versante, generalmente meridionale, denudato e uno coperto da vegetazione. Questi elementi naturali sono attualmente ridotti in estensione e circondati da campi coltivati, ottenuti bonificando negli anni ‘20-’30 con l’uso di dinamite, e di ruspe dagli anni ‘60 fino ad oggi. Proprio le biancane, per le loro dimensioni ridotte rispetto ai calanchi, sono state “bonificate” per riportare all’agricoltura un suolo che, anche dopo 40 anni di lavorazioni, produce però poco. In Val d’Orcia è possibile trovare calanchi e biancane che si susseguono con continuità: dalla strada che da Contignano va verso Radicofani. Queste aree degradate ed erose rappresentano una delle poche testimonianze rimaste del paesaggio, che ha caratterizzato buona parte del Senese.


Emergenze floristiche e vegetazionali

1. Le formazioni pioniere e le praterie aride
     Le aree erose, sia biancane che calanchi, sono vegetate da un mosaico di comunità vegetali annuali e perenni di notevole interesse ecologico e paesaggistico. Le comunità più caratteristiche presenti nelle aree a rapida erosione con risalita di sali di sodio, sono caratterizzate da specie perlopiù annuali e alcune alofite, come
Artemisia caerulescens ssp. cretacea, una specie legnosa endemica italiana. Le comunità vegetali delle situazioni più xeriche sono dominate da specie annuali caratteristiche dei prati, dove prevalgono: Trifolium scabrum, Aster linosyris, Hypochoeris achyrophorus; nei versanti esposti a nord e meno inclinati si rinvengono formazioni erbacee perenni composte per lo più da graminacee, come Brachypodium rupestre e Bromus erectus; queste rappresentano dei pascoli seminaturali, che si sono sviluppati attraverso secoli di pastorizia tradizionale e che sono ricchi di numerosissime specie interessanti, tra cui un notevole numero di orchidee spontanee. Nelle aree con maggiore disponibilità idrica si rinvengono formazioni erbacee perenni dove dominano: Agropyron pungens, Phalaris corulescens, Hedysarum coronarium

     Le biancane dei territori argillosi pliocenici della Toscana, sia come forma fisica che come mosaico di comunità vegetali che vi si ritrovano, sono considerate un "habitat prioritario meritevole di conservazione", ai sensi della Direttiva CEE n. 92/43. Le specie più rappresentative di questo tipo di ambiente sono: Artemisia corerulescens ssp. cretacea, Parapholis incurva; Parapholis strigosa, Planrago maritima, Hypochoeris achyrophorus, Hedysarum coronarium.

2. Le formazioni vegetali sui Travertini di Bagno Vignoni 
e di Bagni S. Filippo

      Il termine "travertino" indica vari tipi di rocce carbonatiche, che si formano allo sbocco di sorgenti termali, le cui acque siano particolarmente ricche in carbonato di calcio. A Bagno Vignoni (S. Quirico d’Orcia) e Bagni S. Filippo (Castiglion d’Orcia) sono presenti depositi attuali e recenti che, essendosi adattati alla morfologia del terreno, hanno dato origine a caratteristiche forme mammellonari molto interessanti dal punto di vista paesaggistico e che costituiscono un habitat interessante, anche se notevolmente disturbato, per molte specie di piante superiori e inferiori.

      Sui depositi di travertino, con litosuolo accidentato e più o meno granulato, sono presenti interessanti fitocenosi in stretta relazione col grado di evoluzione del suolo. Sulla roccia nuda si rinvengono comunità xerotermofile pioniere, dominate da specie annuali e da piante grasse. In presenza di suolo un po’ più evoluto, si rinviene una gariga bassa, densa e ben strutturata a Satureja montana, Fumana procumbens e Teucrium capitatum

     Le peculiarità geologiche, che fanno di questa area un’isola rispetto alle argille circostanti, insieme a certe caratteristiche fisiche del travertino, selezionano una flora molto interessante costituita da alcune entità calcicole piuttosto rare nella Toscana meridionale, quali Serratula cichoracea, Phleum ambiguum, Cleistogenes serotina, Artemisia alba.

      Un altro tipo di vegetazione interessante, attualmente soggetta ad una forte e distruttiva attività antropica, è costruita dalle comunità di muschi calcarizzanti delle sorgenti idrotermali, che sono state incluse nella Direttiva CEE n. 92/43, come habitat di interesse comunitario con il nome di “Sorgenti con formazione attiva di travertino con cenosi a Cratoneuron”. Queste formazioni sono costituite da muschi e alghe che, sottraendo anidride carbonica, favoriscono la precipitazione del carbonato di calcio, presente nelle acque idrotermali, dal quale vengono incrostate, contribuendo alla formazione del travertino, che per questo è una roccia di origine biogena.

  Chianti senese
  Val d'Arbia
  Crete Senesi e Val d'Orcia

  Valli Farma-Merse
  Monte Amiata

Approfondimenti


Inquadramento Bacino dell'Ombrone 

Flora-Vegetazione

 


Fauna
Cultura Verde

Mappa del Sito Web
Intrecci

Progetti - Iniziative
Servizi

Rivista "Alterità"